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Bruxismo. Hai mai guardato attentamente la forma dei tuoi denti?

di Giorgio Bormida
Il bruxismo è in forte aumento ma molti pazienti ne soffrono senza saperlo! Qui ti suggerisco un modo molto semplice per capire se ne soffri e cosa puoi fare.
Bruxismo e forma dei denti

Ora prova a guardare la figura, sapresti dire se il tuo sorriso è più simile all’immagine superiore o a quella inferiore? Vai ad uno specchio o fatti una foto e guarda a quale dei due tipi somigli di più.
Se somigli di più al tipo superiore tutto ok, puoi stare tranquillo, ma se somigli di più a quello inferiore c’è qualcosa che non va: probabilmente digrigni o, per un certo periodo della tua vita, hai digrignato i denti.

Anche il tuo sorriso, in origine, era come quello dell’immagine superiore ma con l’andare del tempo sfregando i denti superiori e quelli inferiori li hai consumati ed ora, probabilmente, i profili dell’arcata superiore ed inferiore combaciano.
Bene, se questo è il tuo caso, soffri di bruxismo.
Il bruxismo è una parafunzione, cioè una funzione non normale, come serrare i denti, mangiarsi le unghie, rosicchiare le matite, succhiarsi o mordicchiarsi continuamente le labbra…
Mentre il serramento (stringere le arcate in modo statico, senza scivolamenti) causa più che altro problemi di affaticamento muscolare, il bruxismo (stringere le arcate con un contemporaneo movimento della mandibola), oltre a sovraccaricaricare i muscoli provoca danni, anche importanti, a livello dei denti.

In alcuni casi, sulla superficie masticante dei denti, è possibile notare delle isolette più gialle attorniate da sostanza più bianca, quella è la dentina (la sostanza che forma la parte più interna del dente) e significa che in quel punto lo smalto è stato completamente consumato. Lo smalto che ricopre i denti è la sostanza più dura presente nel corpo ed è concepita per resistere ai traumi meccanici e all’abrasione, quando si consuma e affiora la dentina, che non è concepita per questo scopo, il consumo di sostanza dentale si stima aumenti di circa 7 volte. Per questo è importante riconoscere e diagnosticare precocemente il problema per ridurne al minimo le conseguenze.

Il problema è che, generalmente , chi digrigna i denti non ne è consapevole. “Bruxa” principalmente mentre dorme e, se lo fa di giorno, lo fa in momenti di particolare concentrazione o di stress, in cui l’attenzione è completamente rivolta altrove.

Il più delle volte, quindi, bisogna partire dai segni della malattia per fare diagnosi.
La causa prima del problema spesso è di difficile individuazione anche se, il più delle volte, è legata allo stress. L’ideale sarebbe risolvere il disagio psicologico all’origine del problema ma spesso non è facile, e la terapia più indicata, anche se palliativa, è l’uso di un bite.

Il bite è una placca di resina che si fissa solitamente ai denti dell’arcata superiore e che offre una superficie generalmente piana ai denti antagonisti.
Il bite ha una duplice funzione: da una parte, offrendo ai denti dell’arcata antagonista una superficie liscia, questi possono scivolare senza incontrare grossa resistenza e quindi affaticando molto meno i muscoli.
In secondo luogo il bite si consuma al posto dei denti, salvaguardando nel tempo la struttura dentale.
Esistono poi numerose terapie e tecniche anche di recente sviluppo per restaurare la sostanza dentale perduta.
In conclusione, se il vostro sorriso assomiglia all’immagine inferiore, fissate un appuntamento col vostro dentista e fatevi consigliare sulla strada migliore da prendere!

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Ti risponderemo al più presto!

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